Nel Bel Paese, un giorno all’anno, le città e i borghi si riempiono del profumo e dei fiori della mimosa, regalando un tocco di sole, di energia e di allegria.

Ovunque si vedono mimose. I mariti le regalano alle mogli, i fidanzati alla loro amata, i fratelli alle sorelle, alle amiche, alle colleghe.
Mazzolini gialli riempiono vasi e le decorazioni dei negozi brillano con i colori di questo fiore, re della primavera.

Succede ogni anno in Italia, l’8 Marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna che ricorda le sue conquiste politiche, sociali ed economiche e le violenze subite nella storia.

Le origini di questa festa sono più o meno note a tutti: dai movimenti femminili politici di rivendicazione dei diritti di inizio Novecento all’istituzione della Giornata Internazionale.

La Festa della Donna è un evento internazionale. In tutto il mondo vengono fatte manifestazioni e festeggiamenti. Tuttavia il fiore di mimosa è un’usanza prettamente italiana e racconta un pezzo della storia di donne italiane.

Per scoprirne il motivo, dobbiamo ritornare indietro di quasi 70 anni, quando Rita Montagnana e Teresa Mattei proposero di adottare questo fiore come simbolo della Festa.

La decisione fu poi messa ai voti e le donne dell’UDI (Unione Donne Italiane) di cui entrambe facevano parte votarono all’unanimità, prediligendo la mimosa e concedendo ad anemoni e garofani solo il secondo e il terzo posto.

La mimosa ha vinto per le sue caratteristiche: è l’unico fiore che fiorisce a marzo, è facilmente reperibile, è in apparenza un fiore fragile ma riesce ad attecchire anche su terreni difficili. Perfetto per rappresentare la figura della donna e il genere femminile, capace di grande determinazione.

La festa della donna ha i suoi simboli e le sue tradizioni e la mimosa in Italia rappresenta entrambe: un simbolo e una tradizione, intrecciate insieme nella storia.

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