CIAO! IO SONO “CIAO”, IL SALUTO UNIVERSALE

Quattro lettere conosciute in tutto il mondo, esportate dal Bel Paese e diventate simbolo dell’italianità.
Il saluto entra a far parte dell’uso della lingua italiana nel corso del Novecento. Viene utilizzato oggi decine di volte al giorno in modo informale e amichevole e anche se molti non lo sanno, la cosa più interessante su questa parola sono le sue origini.
A partire dall’Ottocento si è diffuso dapprima in Lombardia, dove ha assunto la forma moderna e nel secolo successivo ha conquistato tutta la Penisola.
Oggi è usato in tutto il mondo, ma la sua nascita la deve al termine veneziano “s’ciao”, saluto proveniente a sua volta dal latino “sclavus”, che traduce schiavo (sottointendendo vostro).
Il termine veniva usato inizialmente per indicare solo servi e schiavi ma l’ironia della sorte volle che passasse poi ad indicare chi metteva il suo cuore al servizio di una donna.
L’uso divenne così comune all’epoca della Repubblica di Venezia che perfino gli amanti più appassionati venivano chiamati “schiavi” della dama.
Oggi sarebbe davvero strano salutare utilizzando la parola “schiavo”, ma nel passato questa forma si usava per esprimere profondo rispetto e simboleggiava il desiderio di rinnovare ad ogni incontro la volontà di mettersi a disposizione dell’altro come un servo, come uno schiavo, e veniva utilizzata senza distinzione di classe sociale.
Se la nascita la si deve ai veneziani, la sua fortuna è collegata alla storia. I Romani, conquistando più o meno tutta l’Europa per come la conosciamo noi oggi, hanno contribuito a diffondere la lingua romana, quindi latina, che si estese in lungo e largo, subendo influenze in loco dalle popolazioni locali.
In aggiunta. grazie anche alle numerose migrazioni degli italiani, popolo loquace ed allegro, la forma di saluto “ciao” è riuscita ad entrare a far parte di numerose altre lingue come forma informale.
Alcuni esempi in altre lingue:
- Albanese: çao/qao
- Bosniaco: ćao
- Bulgaro: чао (čao, più per congedarsi)
- Ceco: čau (sia nell’incontro sia per congedarsi)
- Esperanto: ĉaŭ (specialmente per congedarsi)
- Estone: tšau (sia nell’incontro sia per congedarsi)
- Francese: ciao o tchao (per congedarsi)
- Lettone: čau (sia nell’incontro sia per congedarsi)
- Lituano: čiau (più per congedarsi)
- Macedone: чао (čao, per congedarsi)
- Maltese: ċaw o anche ċaw ċaw (per congedarsi)
- Portoghese: tchau (per congedarsi); in Portogallo anche chau chau; in Brasile anche in diminutivo
tchauzinho
- Rumeno: ciao (più per congedarsi)
- Russo: чао (čao per congedarsi)
- Serbo e croato: ћао o ćao (sia nell’incontro sia per congedarsi)
- Slovacco: čau (per congedarsi)
- Sloveno: čau (sia nell’incontro sia per congedarsi); anche nella forma čau čau (per congedarsi)
- Spagnolo, in Spagna come gergo giovanile e in America Latina: chao (soprattutto per congedarsi)
- Tedesco: ciao (solo per congedarsi)
- Turco: çav (per congedarsi)
Ciao!
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