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ESSERE COME IL CACIO SUI MACCHERONI?

lisa 22. Maggio 2019 Tag:, , CURIOSITÀ No comments
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MODI DI DIRE E ITALIANITÀ

Quando piove in modo forte e intenso, in inglese vengono giù cani e gatti (Raining cats and dogs).

In tedesco si schiacciano i pollici per augurare buona fortuna (Daumen drücken).

In Francia, invece, bisogna girare la lingua 7 volte prima di parlare (Il faut tourner sept fois sa langue dans sa bouche avant de parler).

Quelle che ad un primo momento sembrano espressioni bizzarre o senza senso, sono in realtà modi di dire tipici di ogni lingua.

Nel Bel Paese, cani e gatti non verranno mai giù dal cielo quando piove ma la pioggia è “a catinelle” (come se qualcuno buttasse l’acqua dal cielo).

Si augura buona fortuna incrociando le dita (e non schiacciando i pollici) e si conta fino a 10 prima di parlare (senza dover girare la lingua come i francesi).

Ogni lingua ha i propri modi di dire, espressioni affascinanti, che rappresentano una combinazione unica di storia, cultura e tradizione, espressa anche a livello linguistico.

In ogni parola, frase ed espressione idiomatica, si nasconde infatti il passato di un popolo.

Per capire meglio cosa sono i modi di dire e per scoprirne alcuni di quelli italiani, abbiamo incontrato Ester di “con Ester Vivitalia”, insegnante di Italiano a Norimberga.

Ester di “con Ester Vivitalia”

Ester è una persona molto solare e positiva. I suoi occhi rivelano l’emozione e la passione che ha dentro ogni volta che parla dell’Italia. La sua voce è carismatica e piena di energia.

Inutile dire che siamo rimasti affascinati dalla sua professionalità e dalle sue mille idee.

Nata e cresciuta in provincia di Milano, si è trasferita in Germania nel 1998 e ha iniziato ad insegnare Italiano in Baviera presso scuole di lingua e aziende.

Nel 2014 ha fatto della sua passione il suo lavoro e ha aperto una scuola di lingua nel centro storico di Norimberga.

Ester vive la sua professione quasi come una missione: attraverso il suo lavoro e la sua scuola vuole far “vivere l’Italia” agli stranieri. Non solo attraverso le conoscenze linguistiche, ma anche e soprattutto attraverso una conoscenza autentica del modo di vivere degli italiani.

Per questo motivo, i suoi corsi sono molto particolari. Non si tratta infatti solo delle classiche lezioni di grammatica in aula. Ester offre ai suoi alunni anche “laboratori pratici” presso caffè, bar, locali e supermercati italiani.

I MODI DI DIRE

Come Ester ci racconta durante l’intervista, un modo di dire è un’espressione grammaticalmente anomala. E’ una frase che ha un significato simbolico e figurativo diverso da quello letterale.

Per essere in grado di capirne il significato, Ester ci spiega quanto sia importante essere parte del contesto linguistico e culturale del luogo in cui nasce un modo di dire, variando non solo da lingua a lingua, ma anche da dialetto a dialetto.

In Italia, infatti, ogni regione ha dei modi di dire che possono essere compresi davvero solo da chi è nato e cresciuto in una determinata città e ha un background sociale e culturale particolare legato al luogo.

Approfittando del suo sapere e delle sue esperienze, le abbiamo posto qualche domanda:

Da dove provengono i modi di dire?

“I modi di dire arrivano dalla vita quotidiana dell’uomo. Abbiamo modi di dire che hanno a che fare con il lavoro, con le attività artigianali, con le fasi della natura, dell’anno, con luoghi geografici.

Esistono modi di dire più moderni che hanno a che fare addirittura con il linguaggio sportivo e calcistico.

Senza considerare che naturalmente l’italiano ha tantissimi modi di dire che hanno a che fare con il cibo e la cucina”.

Puoi nominarci alcuni modi di dire italiani che hanno a che fare con il cibo?

“In Italia diciamo essere buono come il pane, essere pieno come un uovo o anche girare la frittata che significa cambiare la versione di un avvenimento per renderla favorevoli a se stessi.

Si dice anche c’entrare come il cavolo a merenda. Nessuno mangia un cavolo a merenda, quindi vuol dire che quello che si è detto non c’entra nel contesto di cui si parla”.

Qual è il modo di dire italiano che rappresenta di più la cucina italiana?

“Per me il modo di dire che più ci rappresenta è: essere come il cacio sui maccheroni.

Il cacio e i maccheroni sono in un’armonia perfetta! Quando si vuole dire che qualcosa è perfetto, che accade nel momento giusto, nel modo e nel posto giusto, possiamo dire che è come il cacio sui maccheroni.”

Sei originaria della provincia di Milano. Qual è un modo di dire dialettale tipico della tua zona di origine?

“Restà cumpagn de quel de la mascherpa”: Rimanere, restarci come quello della mascherpa.

Il significato letterale non ha molto senso. Il significato figurativo invece è rimanerci di stucco, rimanere sorpreso. Deriva dalla reazione del lattaio che, mescolando il latte, si trova ad un certo punto di fronte al caglio.

Il lattaio ha aspettato troppo. Continuando a mescolare, ha prodotto caglio (mascherpa, mascarpone, formagella) e non latte. Da questo lavoro così antico deriva questo modo di dire, utilizzato ancora oggi.

 

I modi di dire e la lingua sono espressione di autenticità di un territorio, insieme alle tradizioni, all’artigianalità, alla cucina e alla manifattura.

Ringraziamo Ester per aver condiviso con noi il suo sapere. Seguila qui sui social.

 

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